Ho avuto recentemente occasione di intraprendere un’amichevole discussione circa il rapporto tra la crescita e/o sviluppo economico di questo nostro tormentato mondo e il valore dell’ecologia. Mi si è fatto inesorabilmente notare che essere ecologista risulta spesso controproducente per la ripresa economica del Paese, in quanto il consumismo apporta lavoro alle industrie, fa aumentare il bisogno di mano d’opera e incrementa gli stipendi dei lavoratori.
Secondo questo punto di vista i rapporti tra economia ed ecologia sembrano configurarsi sotto il segno del paradosso. Ho avuto di che meditare.
Ho maturato il parere che nel mettere in atto un programma di questo tipo, favorendo cioè un consumo senza limiti, finiremmo inesorabilmente col depredare le risorse del Pianeta, senza alcuna possibile reversibilità del fenomeno. Il tentativo di conciliare lo sviluppo economico e la preservazione dell’ambiente, utopistico secondo molte persone, sembra in ogni caso diventare un atto doveroso, per noi e per le generazioni future. La ripresa economica credo che debba necessariamente essere perseguita nel rispetto delle risorse ambientali indispensabili per la sopravvivenza di noi tutti. Oppure scegliamo di soccombere.
L’espressione “sviluppo sostenibile” si riferisce a quell’insieme di processi finalizzati al miglioramento economico e sociale che siano però rispettosi delle risorse ambientali. La definizione ufficiale di ‘sviluppo sostenibile’ fornita dall’ONU è la seguente:
«Sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i loro propri bisogni»
Il consumo attuale delle risorse, oltre a mettere in pericolo lo sviluppo futuro, provoca sicuramente l’aumento esponenziale dei rifiuti, facendoci affogare nella nostra pattumiera ancora prima di esaurire le risorse stesse. Il valore delle risorse naturali è inestimabile in termini economici, e la loro preservazione costituisce una condizione indispensabile per la sopravvivenza umana.
L’economia ecologica è un approccio alla teoria economica incentrato su un forte legame tra l’equilibrio dell’ecosistema e il benessere delle persone. Definita anche ‘economia verde’, sembra trovarsi spesso in forte contrasto con altre correnti di pensiero dell’economia. Eppure non abbiamo altra scelta: se vogliamo perseguire una crescita economica di lungo respiro dobbiamo necessariamente “avanzare qualcosa” per le generazioni future. La nostra attenzione non può dunque essere incentrata solo sui bisogni, ma deve esserlo anche sulle risorse e su come farne uso senza esaurirle o comprometterne l’uso futuro.
Herman Daly, uno dei maggiori economisti ecologisti, suggerisce la seguente ricetta per una economia sostenibile:
«Sfruttare le risorse rinnovabili ad un ritmo che non superi la capacità di rigenerazione dell’ecosistema.
Limitare l’uso di tutte le risorse in modo da produrre un livello di rifiuti che possano essere assorbiti dall’ecosistema.
Sfruttare le risorse non rinnovabili ad un ritmo che, per quanto possibile, non superi il ritmo di introduzione di sostituti rinnovabili»
Per concludere il discorso, mi è gradito citare una notizia interessante, pubblicata dall’agenzia ANSA lo scorso febbraio, riguardante proprio questo argomento:
«12 febbraio 2013 – E’ stato costituito il Consiglio Nazionale della Green Economy, formato da 53 organizzazioni di imprese “verdi”, per dare seguito al successo dell’iniziativa degli Stati Generali della Green Economy che si sono svolti a Rimini a novembre del 2012. Il Consiglio, si legge in una nota della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, sarà sede di confronto, analisi, proposte e iniziative coinvolgendo organizzazioni di imprese di diversi settori per dare più forza e peso ad una visione condivisa e a un’azione comune. Il Consiglio promuoverà un confronto col nuovo Governo, con particolare attenzione al Ministero dell’Ambiente e a quello dello Sviluppo Economico, per realizzare uno o più accordi attuativi della piattaforma programmatica delle 70 proposte varata dagli Stati Generali, a partire da una prima parte prioritaria.»
Do you think green?
© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT