Ecologia e informatica (prima parte)

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Oggi parliamo di carta e tecniche di stampa. Proviamo a stampare in maniera ecologica e responsabile.

Per prima cosa proviamo a non sprecare la carta: le foreste, polmoni verdi del nostro Pianeta, non sono inesauribili. Prendiamo l’abitudine di stampare in fronte/retro, riciclando i vecchi fogli stampati su di una sola facciata che possono essere ancora utilizzati sul retro per prove di stampa e bozze non ufficiali. Ritagliamo le porzioni di foglio rimaste in bianco e utilizziamole per gli appunti.

Quando possibile cerchiamo di acquistare risme di fogli in carta riciclata, che sia magari trattata senza cloro. Ecco alcuni marchi che si possono trovare sulla carta:

ECF – cellulosa sbiancata senza l’utilizzo di biossido di cloro;
TCF – cellulosa sbiancata senza l’utilizzo di cloro in nessuna forma;
FIBRE POST CONSUMER – fibra proveniente da carta stampata riciclata come rifiuto;
FIBRE PRE CONSUMER – fibra proveniente da scarti di lavorazione e ritagli di carta non stampata provenienti delle cartiere;
PEFC – garantisce l’origine della materia prima legnosa provieniente da foreste gestite in maniera sostenibile;
FSC – identifica i prodotti contenenti materiale legnoso proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

FSC
In particolare, la certificazione FSC si distingue in:
FSC Puro –  carte realizzate interamente con cellulosa FSC;
FSC Misto – carte realizzate con percentuali variabili di cellulosa FSC e fibre provenienti da altre foreste controllate;
FSC Misto con riciclo – carte realizzate con percentuali variabili di cellulosa FSC e materiale riciclato e controllato;
FSC Riciclato post consumo – materiale prodotto con legno e/o fibre ottenuti dal riciclo di materiale giunto al termine del proprio utilizzo.

Ricordiamoci inoltre di fare la raccolta differenziata della carta che buttiamo via.

In fase di stampa, per i documenti non ufficiali impostiamo la modalità “bozza” (draft), presente in tutte le stampanti, che ci aiuta a non sprecare inchiostro. Per tutti gli altri documenti, prendiamo l’abitudine di utilizzare i caratteri che consumano poco. Secondo studi recenti, questi sono in ordine di importanza i caratteri che consumano meno:

1. Ecofont (Spranq eco sans)
2. Century Gothic
3. Times Roman
4. Calibri
5. Verdana

Il carattere Ecofont (Spranq eco sans) è basato su Vera Sans ed è disponibile in formato TrueType quindi utilizzabile su tutti i sistemi operativi che supportano tale formato. Il file spranq_eco_sans_regular.ttf  si può scaricare facilmente da Internet: basta digitare il nome del file nel motore di ricerca, e troverete parecchi siti che offrono il download gratuito.
Utilizzando questo carattere, le lettere vengono stampate con tanti puntini bianchi al loro interno, consumando così all’incirca il 20% in meno di inchiostro o toner. Utilissimo, i risultati migliori si ottengono utilizzando la scrittura di dimensione normale (se dobbiamo stampare caratteri di dimensione molto grande, si potrebbero scorgere i puntini bianchi).

esempio
(esempio di ingrandimento Ecofont)

Secondo alcuni esperti, l’Ecofont non consentirebbe di risparmiare tanto inchiostro quanto il Century Gothic: tuttavia dobbiamo tenere presente che il Century Gothic tende a occupare più spazio in larghezza (anche rispetto al Times Roman) pertanto quello che Century Gothic risparmia in inchiostro può finire per essere speso in carta. Provate e valutate.

La prossima volta parleremo di sistemi operativi e di come possiamo prolungare la vita dei nostri computer.

© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT

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