Mai dire nativi digitali

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Il mondo digitale è un mondo affascinante e diventato di moda anche per i più piccoli. Il mondo degli smartphone e di Internet è un mondo all’interno del quale i bambini si muovono senza consapevolezza, con tutti i problemi che ne conseguono. Ma come aiutare i piccoli ad affrontare la rete con attenzione e responsabilità senza spegnere gli entusiasmi?

Innanzi tutto, dicono gli esperti, il bambino deve prima imparare a leggere e a scrivere. Esistono sussidi didattici elettronici e minicomputer studiati appositamente per i più piccoli, divertenti e stimolanti, che possono soddisfare la loro curiosità rispetto al mondo digitale senza connettersi alla rete globale essendo ancora troppo giovani per poterlo fare, ma che allo stesso tempo non negano il rapporto con l’elettronica e li aiutano con divertimento ad apprendere il linguaggio e a far di conto.

Saper leggere e scrivere sono strumenti indispensabili da acquisire prima di approcciarsi al web: oltre ad essere indispensabili per comprendere i contenuti stessi della rete, sono strumenti essenziali per muoversi in un mondo assai complesso, dal quale i piccoli rischiano di ricavare solo tanta confusione.

Leggere e scrivere è dunque importante, ma ancora non è abbastanza: il piccolo deve anche essere almeno minimamente in grado di discernere. Sembra scontato? Forse sì, ma di solito a questo non si pensa. Se infatti Internet è un potenziatore di possibilità, è anche un volano di rischi latenti per i bambini, che sono ancora impreparati a comprendere i meccanismi di causa ed effetto.

Altro punto cruciale: la preparazione, ma questa volta quella degli adulti. L’alfabetizzazione informatica dell’adulto che deve seguire il bambino è elemento importantissimo, purtroppo in Italia ancora carente.

Sono tutte problematiche che meritano qualche momento in più di riflessione da parte di noi adulti. Spesso alcune cose vengono sorvolate. Spesso considerare i piccoli come “nativi digitali che usano istintivamente il computer come fossero piccoli geni” è un facile alibi e una giustificazione inutile e rischiosa (anche quando siamo nati noi, esisteva già l’automobile, ma non per questo a sette anni ci è stato permesso di metterci al voltante!).

Non c’è spazio in questi concetti per una visione di attacco alla comunicazione digitale, ma c’è soltanto l’idea di una necessaria educazione per i ragazzi (ed anche per gli adulti) per meglio comprendere ed interpretare questi mezzi, al di là di qualsiasi posizione negativista o positivista. Educazione ai media non significa solo imparare ad utilizzare lo strumento tecnologico, ma fa anche riferimento alla comprensione critica di mezzi intesi come forme di linguaggio e cultura. Ricordando sempre che non dobbiamo mai lasciarci sopraffare dalle tecnologie, ma dobbiamo sempre essere noi a dominarle.

Allora, fermiamoci un attimo a pensare, senza dimenticare mai di anteporre all’uso del computer una bella passeggiata e la lettura di un bel libro illustrato.

© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT

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