Dario Fo, maestro giullare per sempre

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Dario Fo (24 marzo 1926 – 13 ottobre 2016) – nella sua Bottega d’Artista.

Ho avuto il privilegio di incontrare Dario Fo nel 2012, in occasione della sua Bottega d’Artista allestita al Palazzo Reale di Milano, dove tenne lezioni d’arte ed espose le sue opere pittoriche alla mostra Lazzi, sberleffi e dipinti. Mi colpirono le sue abilità oratorie, ma al contempo la sua semplicità, la sua disponibilità ad accogliere le persone, fermandosi a parlare con tutti come se tutti fossero amici suoi da sempre.
Le sue lezioni di pittura erano istrioniche rappresentazioni dove la teatralità si fondeva con l’amichevole conversazione. Descriveva i suoi quadri attraverso un percorso di narrazione tra il serio e il faceto, rielaborando aneddoti storici, facendo sfoggio di improvvisazioni giullaresche, dove il confine tra il sacro e il profano si faceva tanto sottile da essere quasi inesistente. Grande spettacolo. Grandi abilità comunicative.
In quell’occasione acquistai al bookshop museale una cartolina con la riproduzione di una sua opera, e chiesi a Fo se potesse autografarmela. Lui la prese in mano, la guardò, e mi chiese informalmente: “Ma quanto te l’hanno fatta pagare questa cartolina al negozio?”
Gli risposi “due euro”Dopo un attimo di pausa, aggiunse con grande spontaneità: “Però… veramente mi sembra un po’ troppo…”. Firmò la cartolina e me la restituì sfoderando un grande e amichevole sorriso.

Nell’ottobre 1997 Dario Fo ricevette a Stoccolma dalle mani di re Gustavo di Svezia il Premio Nobel per la letteratura, assegnatogli con la seguente motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.”

© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT


La cartolina autografata


I francobolli emessi nel 2008 dalla Svezia

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