L’Associazione Nazionale Professionisti Filatelici intende chiarire con il Ministero dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo la vicenda della sentenza del tribunale di Torino che si è pronunciato in proposito delle buste inviate da o destinate ad enti pubblici dichiarate bene demaniale storico di appartenenza dello Stato e pertanto non collezionabili da parte dei privati.
Ricevo e pubblico a questo proposito il comunicato stampa diramato in data odierna dall’Associazione a firma del presidente Sebastiano Cilio:
“Il ministro Franceschini ci ascolti”
“I filatelisti non devono avere timore, i francobolli non sono soggetti ad alcun provvedimento restrittivo. Ci sentiamo in dovere di precisarlo vista la rassegna stampa di questi ultimissimi giorni. Ci rendiamo conto che spesso il nostro linguaggio è troppo tecnico, ma sui francobolli in quanto tali non pesa alcun problema a carattere giuridico”.
Così afferma il presidente dell’Associazione nazionale professionisti filatelici, Sebastiano Cilio, rappresentante di una realtà che accomuna 250 commercianti specializzati in tutta Italia servendo decine di migliaia di appassionati.
Il problema -non nuovo- verte invece sugli involucri, tipicamente le buste, indirizzate ad una realtà pubblica, come potrebbe essere un Comune. “Spesso si dimentica quanto accadde dopo la Prima guerra mondiale: una normativa obbligò gli uffici pubblici a donare l’archivio cartaceo non più in uso alla Croce Rossa, affinché lo portasse al macero incassando fondi per le proprie attività. Una scelta che oggi non si adotterebbe più, ma allora andò così. Occasionalmente, qualche appassionato riuscì a salvare dalla distruzione del materiale, conservandosi con cura fino ad ora”.
“Ogni tanto -prosegue il presidente Anpf- si registrano casi di sequestro per tali oggetti, ignorando appunto il passato. Più volte il nostro settore ha chiesto al dicastero competente, quello che ora si occupa di Beni, attività culturali e turismo, un documento che chiarisse in modo definitivo la questione, ed è quanto ha domandato ancora adesso il presidente del Gruppo parlamentari amici della filatelia, Carlo Giovanardi, appellandosi direttamente al ministro Dario Franceschini. C’è ad esempio un documento dell’ufficio legislativo che fa capo allo stesso Mibact, datato 22 novembre 2012, che ci sembra sufficientemente chiaro. E dove -fra l’altro- si ribadisce che «in materia di documenti indirizzati a soggetti pubblici non possa ritenersi esistente, nell’ambito del nostro ordinamento, un generale principio di presunzione di appartenenza allo Stato o, comunque, di appartenenza alle pubbliche raccolte»”.
“Naturalmente, facendo nostra la richiesta del senatore, restiamo a disposizione del ministro per confrontarci di nuovo sul tema ed arrivare ad un testo di riferimento che possa dirimere i dubbi in modo definitivo, permettendo ai filatelisti di coltivare serenamente la propria passione”.
Firmato: Sebastiano Cilio, Presidente Associazione Nazionale Professionisti Filatelici
Approfondimenti: l’articolo di Francesco Grignetti pubblicato su LaStampa.it