Il 27 agosto 2017 il quotidiano britannico The Guardian pubblica la notizia del ritrovamento di 150 preziose epistole dimenticate scritte dal matematico Alan Turing tra gli anni 1949-54, rinvenute in un magazzino dell’Università di Manchester.
Le lettere, di cui si erano perse le tracce, non svelano molto sulla travagliata vita personale dello studioso, interpretata al cinema nel 2014 da Benedict Cumberbatch nel film “The imitation game” diretto da Morten Tyldum, ma rivelano la sua scarsa simpatia per gli Stati Uniti d’America: in una delle lettere indirizzata al fisico Donald Mackay, che nel 1953 lo aveva invitato a intervenire ad una conferenza in America, il matematico rispose scrivendo «Non gradirei il viaggio, e detesto l’America». Tuttavia non se ne conoscono i motivi.
James Peters, archivista dell’Università di Manchester, ha dichiarato che si tratta di un ritrovamento unico e prezioso, in quanto il materiale d’archivio riguardante Turing è estremamente scarso, e ogni testimonianza risulta essere di inestimabile importanza.
Alan Turing tra gli anni 1930-50 gettò le basi di discipline scientifiche fondamentali per la modernità, dall’informatica con la “macchina di Turing“, all’intelligenza artificiale con il “test di Turing“. Durante la seconda guerra mondiale collaborò con il governo britannico per la decodifica delle comunicazioni tedesche: in questo periodo fornì un fondamentale contributo per l’interpretazione della macchina di criptazione Enigma, inventata nel 1918 dall’ingegnere tedesco Arthur Scherbius e utilizzata dall’esercito germanico per comunicazioni segrete.
Un esemplare della macchina di criptazione Enigma, reso disponibile dal Museo storico della comunicazione di Roma, è stato esposto al pubblico a Milano nel 2015 in occasione del Salone Internazionale del Francobollo Milanofil.
La macchina Enigma esposta a Milanofil nel 2015
Un tributo filatelico ad Alan Turing e alla macchina Enigma
© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT