Venere Marina, dalla spuma del mare

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LA DONNA NELLA STORIA FILATELICA ITALIANA
Aggiornamento N. 13.

Si parla ancora una volta di antiche divinità.
Nella mitologia latina, Venere era una delle maggiori divinità femminili, figlia di Giove, nata, secondo la versione più diffusa, dalla spuma del mare in una conchiglia. Identificata con la greca Afrodite, dea dell’amore, della bellezza e della fertilità della terra, dal punto di vista del culto ellenico il suo mito era diversificato: come Afrodite Urania la dea rappresentava l’amore puro e ideale, come Afrodite Pandemia (di tutto il popolo) era il simbolo dell’amore sensuale, come Afrodite Areia (guerriera) era associata al culto di Ares dio della guerra, come Afrodite Anzeia (fiorita) era venerata come dea della fecondità della terra, come Afrodite Marina era venerata come dea delle creature marine protettrice dei naviganti.

La Venere latina veniva considerata l’antenata del popolo romano, in quanto madre di Enea, suo leggendario fondatore. Così come Afrodite, anche Venere si presenta a noi attraverso versioni diversificate del mito.

Tra le sue numerose rappresentazioni artistiche, la versione più celebrata è quella marina: fra le tante, possiamo citare l’interpretazione di Pompei (“Venere in conchiglia”, murale del I sec. d.C.), quella di Botticelli (“La nascita di Venere”, tempera su lino 1482 ca.), e ancora quella di Cabanel (“La Naissance de Vénus”, olio su tela 1863), solo per ricordarne alcune.

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L’immagine della Venere Marina riprodotta sulla vignetta di questo francobollo dedicato all’arte orafa italiana, che fa parte della serie di cinque valori emessi il 18 maggio 2013 intitolati al Made in Italy, è ricavata da una spilla del XIX secolo.

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Opera dell’incisore Antonio Berini con Manifattura Castellani, la spilla in oro e smalto con l’immagine della dea intagliata in cristallo di rocca è conservata presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.

© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT

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