Galileo Galilei e la lettera dimenticata

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La rivista Nature, una delle più antiche e autorevoli riviste scientifiche internazionali, sul suo sito web dà oggi notizia del ritrovamento della lettera originale che costò a Galileo Galilei l’accusa di eresia. Datata 21 dicembre 1613, nella lettera Galilei descriveva all’amico Benedetto Castelli, matematico dell’Università di Pisa, le sue teorie sul moto della Terra intorno al Sole in opposizione alle teorie della Chiesa che volevano la Terra in posizione geogentrica. Delle due versioni conosciute dello scritto con il quale Galilei a suo tempo descrisse le sue teorie, una è custodita negli Archivi Vaticani, inviata nel febbraio 1615 al tribunale dell’Inquisizione, ma di questa versione indirizzata a Castelli, con data antecedente, fino ad oggi non si conosceva l’esistenza. Rimasta inosservata nella biblioteca della Royal Society per almeno 250 anni, sfuggendo distrattamente all’attenzione degli storici, la lettera è stata ora ritrovata dallo storico dell’Università di Bergamo, Salvatore Ricciardo, e grazie agli studi condotti in collaborazione con Franco Giudice dell’Università di Bergamo e con Michele Camerota dell’Università di Cagliari, sarà ora possibile esaminare il testo e il registro originali utilizzati da Galilei per comunicare le sue teorie.

Le idee celesti di Galileo Galilei furono considerate a suo tempo eretiche. Nel 1633 l’astronomo fu processato, condannato per eresia e costretto ad abiurare. Visse i suoi ultimi nove anni di vita in solitudine agli arresti domiciliari. Questa lettera ritrovata sarà forse in grado di svelare alcuni aspetti inediti della vicenda. È la forza della comunicazione epistolare.

Per approfondimenti:
www.nature.com (in lingua inglese)

© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT

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