LA DONNA NELLA STORIA FILATELICA ITALIANA
Aggiornamento N. 69.
L’Italia aveva già postalmente celebrato Grazia Deledda (1871-1936) dedicandole un francobollo nel 1971 per il centesimo anniversario della sua nascita. L’omaggio le è stato rinnovato in occasione dei 150 anni, con un nuovo francobollo emesso in data 27 settembre 2021 (tariffa B). La vignetta raffigura un ritratto della scrittrice accompagnato dalla sua firma autografa:
Grazia Deledda è stata l’unica donna italiana vincitrice di un Premio Nobel per la letteratura. Oltre ad essere stata una straordinaria scrittrice, la sua vita è stata la narrazione di una emancipazione femminile fortemente voluta e sofferta contro le imposizioni e i pregiudizi di una società patriarcale. Le venne concesso di frequentare soltanto la scuola elementare, poiché ai suoi tempi le donne erano normalmente escluse dagli studi, per poi formarsi con grandissima passione da autodidatta contro la volontà della famiglia. Pubblicò il suo primo ciclo di racconti, “Memorie di Fernanda”, a 17 anni, e il suo primo romanzo, “Fior di Sardegna”, a 21. La sua narrativa, venata di influenze veriste e decadentiste, è stata riconosciuta unica e originale nel suo genere.
Importante è stato anche il suo impegno civile. Nel 1909 accettò l’unica candidatura femminile alle elezioni di quell’anno, quando le donne ancora non potevano votare. In un’intervista al Giornale d’Italia, dichiarò:
«Ci sono tante cose di cui una donna saprebbe parlare meglio degli uomini. C’è tutta la legislazione del lavoro femminile e quella del lavoro dei bambini da rifare, anzi da fare».
La sua candidatura fu considerata stravagante dai più, ma i voti ricevuti, benché non rilevanti ai fini elettivi, furono una significativa testimonianza di stima.
Il Premio Nobel le è stato conferito nel 1926 con la seguente motivazione:
«Per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi».
Al ritiro del Premio, nel suo discorso sul palco di Stoccolma affermò:
«Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell’immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone, o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo».
© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT